domenica 25 ottobre 2009

Uno o due?

Ricevo da Diana un premio, la ringrazio, e visto che anche lei è madre di due gemelli ne approfitto per raccontare un aneddoto che mi riguarda. In rete, si trovano parecchi post nei quali sono ampiamente narrati tutti i luoghi comuni e le frasi che in quanto genitori di gemelli bisogna “sopportare”. Li confermo tutti. C’è nella gemellarità qualcosa che attiva indiscutibilmente alcune domande. Ma prima di ascoltarle c’è il passaggio in cui si scopre di essere incinta non di uno, ma di due bambini. Dunque ero incinta di tre mesi, andai dal ginecologo per i soliti controlli ed esordii dicendo: “Secondo me i bambini sono due, la gravidanza è diversa dall’altra, sono già ingrossata parecchio, mi sento stranissima, mia nonna materna ha avuto due gemelli e l’ereditarietà incide, e credo anche che siano due maschi”. Lui mi guardò affettuosamente (si sa, le madri giovani a volte si fanno strane fantasie), poi mi visitò e disse: “Ma no, è ingrossata di più perché l’altra gravidanza è recente, qui di bambini ce n’è solo uno, comunque facciamo un’ecografia di controllo per tranquillità”. Durante la settimana successiva, decisi che se lo aveva detto lui - peraltro ottimo ginecologo - che bambino ce n’era solo (?!) uno, non avevo motivo di dubitare, perseveravo tuttavia sull’idea che fosse maschio. Arrivò il giorno dell’ecografia, e io con la pancia ulteriormente e abbondantemente lievitata salutai il ginecologo che mi osservò e se ne stette in pensoso silenzio. Spalmò il gel, e
“Sa che le dico, signora, aveva ragione lei!”.
“ E’ un maschio”.
“No, sono due”.
(Ci sono casi nei quali avere ragione risulta essere…impegnativo).

lunedì 19 ottobre 2009

Segnalazione: vietato non toccare

Per bambini dai 2 ai 7 anni di Milano e dintorni ecco una bella iniziativa. Troverete qui tutte le informazioni.

domenica 18 ottobre 2009

Casa delle donne e Mom Camp

In attesa di leggere le notizie dal mom camp, al quale ho partecipato appena due ore al mattino, troppo poco per farmi un’idea, ringrazio tutte le persone che erano presenti venerdì, alla casa delle donne. E tutte quelle che non erano presenti fisicamente, ma che sapevo idealmente vicino. Per quanto mi riguarda sembra che tra me e Roma ci sia aria di innamoramento. Ma sono appena tornata, è troppo presto per dare un nome preciso alle cose. Piuttosto, in attesa di trovare le energie per scrivere un post, vi lascio un’intervista che risale al periodo estivo di chiusura del blog. La trovate qui.

domenica 11 ottobre 2009

Di compleanni e presentazioni


Pensavo in questi giorni che a breve il mio libro compie un anno. So con certezza la data poiché il corriere ha consegnato il pacco contenente alcuni libri il giorno del compleanno di mia madre. Dopo i soliti ritardi, dopo gli indirizzi sbagliati, dopo gli intoppi inevitabili e la lunga attesa, ho sfogliato per la prima volta le sue pagine il 10 novembre 2008. E riflettevo (sì, dopo aver pianto, è ovvio), sul fatto che non esisteva data migliore per la consegna. Le radici di questo libro nascono certamente dalla mia personale storia di madre, ma la mia storia è intrecciata a quella di mia madre attraverso ricordi, mancanze, opportunità, eredità pesanti e lievi, riscatti, ripetizioni, impronte, possibilità. E a quella di mia nonna: due figure femminili alle quali la maternità ha sacrificato troppe altre parti di sé. Nulla di nuovo. Succedeva e succede. Con minore frequenza ma succede. Io appartengo alla generazione che è riuscita a mescolare qualcosa di più. Sui prezzi pagati per questa mescolanza, sappiamo. Ma, il più delle volte, possiamo scegliere, e non è poco. A dire il vero non so bene il motivo di questa premessa, a questo post. La comunicazione che volevo fare in realtà era che sarò a Roma, venerdì 16 ottobre, alla Casa delle Donne. (Grazie Flavia, che come Piattini e Itmom in altre presentazioni, hai accolto il mio invito). Mi viene in mente però che torno a Roma per la terza volta in un anno, e ho girato parecchio in altre città. Ogni tanto mi domandano come mai corro così tanto per questo libro, e io spiego ogni volta che c’è ancora tanto bisogno di dire, di alzare un velo sull’ipocrisia e sui soliti bla bla sulle meraviglie della maternità. Che pur ci sono. Ma oggi mi viene in mente che il mio correre nasce anche da quello sguardo che mia madre e mia nonna talvolta non riuscivano a celare. Uno sguardo lontano, verso un altrove diverso da quello che vivevano. Come tutte le donne ho dovuto fare i conti con aspetti irrisolti delle figure femminili che mi hanno preceduta. Sarà per questo che uno dei rumori che amo di più è quello delle ruote del trolley, sulla strada. Se è poco liscia e fa più rumore, meglio ancora. Inutile dirvi che mi farà piacere incontrarvi, per chi desidererà e potrà esserci, venerdì 16. Sarò anche presente al Mom Camp sabato mattina, prima che un treno mi riporti a casa.

mercoledì 7 ottobre 2009

Progetto MOMCoach

Sabato 17 ottobre a Roma in occasione del prossimo Mom Camp, verrà presentato questo progetto. Pensato per le madri. E' un'ottima iniziativa e qui troverete tutte le informazioni.

domenica 4 ottobre 2009

Mal di pietre

Di questo libro mi è piaciuto parecchio il modo usato dall’autrice, Milena Agus, di descrivere la classica “pecora nera” presente in quasi ogni famiglia. Un modo inconsueto ma molto vero.

“Mamma mi ha raccontato queste cose dopo che nonna è morta. Le ha sempre tenute per sé e non ha mai avuto paura di farmi allevare da sua suocera che amava molto. Anzi, pensa che dobbiamo essere grati a nonna perché si è presa tutto il disordine che magari sarebbe toccato a papà e a me. Secondo mamma, infatti, in una famiglia il disordine deve prendere qualcuno, perché la vita è fatta così, un equilibrio fra i due, altrimenti il mondo si irrigidisce e si ferma. Se la notte noi dormiamo senza incubi, se il matrimonio di papà e mamma è sempre stato senza scosse, se mi sposo con il mio primo ragazzo, se non abbiamo crisi di panico e non tentiamo di suicidarci, né di buttarci dentro i cassonetti della spazzatura, o di sfregiarci è merito di nonna, che ha pagato per tutti. In ogni famiglia c’è sempre uno che paga il proprio tributo perché l’equilibrio fra ordine e disordine sia rispettato e il mondo non si fermi”.